Pentadramma

CurtigghiataCurtigghiata Sciacchitana rientra nei progetti della scuola media Inveges mirati alla conoscenza del territorio, nell’intento di conservare memoria del ricco patrimonio culturale che gli è proprio.
Ambientata in un cortile del quartiere di S. Michele, la commedia gioca con toni leggeri e divertiti sulla tradizionale, presunta rivalità tra il contadino e il pescatore. Sottotitolata Giulietta e Romeo a Sciacca, si sviluppa sulla falsariga del capolavoro di Shakespeare, sostituendone i toni drammatici e la conclusione tragica con gli accenti propri della farsa. A rimarcare ancora di più l’aria di casa nostra concorre in maniera decisiva il parlato sciacchitano che abbiamo voluto quanto più possibile vicino a quello della tradizione.

E’ stata rappresentata per la prima volta nel giardino Amato Vetrano a conclusione dell’anno scolastico 1999/2000. Inserita nella rassegna teatrale dell’estate saccense, è stata replicata nell’atrio comunale e successivamente nel cortile Celso nel quartiere di S. Michele. Nell’anno sc. 2004/2005 la scuola media Inveges l’ha rimessa in scena.

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ritornoIl Ritorno del Gabbiano è parte integrante del progetto che affronta lo studio della Marina; non si poteva, trattando simile argomento, ignorare chi della marina è stato il cantore principe, il Gabbiano, il poeta Vincenzo Licata. Ne abbiamo fatto il protagonista del nostro dramma. Lo abbiamo immaginato nel paradiso dei poeti, in preda alla struggente nostalgia per il suo mare, la sua gente, irresistibile al punto da spingerlo ad architettare una fuga, una scappatella a casa, per un ultimo bagno di vita. Si uniscono a lui nel viaggio altri due sciacchitani che Sciacca l’hanno avuta sempre nel cuore. Conversando dei tempi passati, attraversano il regno dei morti, per uscire alla luce da una grotta del monte Cronio. Sciacca si para loro davanti in tutta la sua bellezza. Sono felici. Ma ancora più appagante per il Gabbiano è rivedere, non visto, la sua gente, le cui parole sagge lo confortano sulla via del ritorno in paradiso.

La commedia che alterna prosa a parti in versi, sempre in dialetto, a chiusura dell’anno scolastico 2000/2001 è stata rappresentata all’Auditorium S. Francesco e replicata nel quartiere Marina nel corso dell’estate saccense.

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ricordiRicordi di pietra fa parte del progetto che prosegue lo studio del territorio; il settore lavorativo preso in esame è la Mastranza inserendo in questa definizione le attività artigianali e il terziario.

La commedia, quasi interamente in versi dialettali, da voce a uno dei personaggi più singolari della comunità saccense, lo scultore Filippo Bentivegna, meglio conosciuto come “Filippu di li testi”. Le sue teste dileggiate e cementificate da una discutibile risistemazione del castello incantato lo invocano a gran voce e lui torna dopo trentacinque anni di assenza “forzata”. Si indigna per lo scempio perpetrato, per i trafugamenti dei suoi pezzi migliori. La presenza del padrone ridà vita alle teste; e tutti raccontano il proprio vissuto con nostalgia e il rammarico di chi sente di essere appartenuto a un mondo che rischia di non lasciare traccia nelle giovani generazioni.

Dopo la prima del giugno 2002 all’Auditorium S. Francesco, la commedia è stata ripetuta nel corso dell’estate saccense al complesso Fazello.

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gentileL’esperienza positiva del laboratorio teatrale alla scuola media Inveges continua anche l’anno successivo; nell’ambito del progetto “l’opera dei pupi” prende corpo la commedia “A Gentile Richiesta”.

Facile immaginare che non può esistere a Sciacca discorso sull’opera dei pupi senza chiamare in causa chi questo genere di spettacolo a Sciacca lo ha portato. Ma solo chi ha già abbondantemente l’età della pensione, può avere memoria di don Guglielmo Canino, figlio d’arte che a Sciacca giunse nei primi anni ’30, per restarci per sempre.

“Specialisti” ormai di resurrezioni, dopo Vincenzo Licata e Filippo Bentivegna, abbiamo proceduto alla terza: don Guglielmo torna tra noi, dove, a “gentile richiesta” di un bambino che sconosce l’opera dei pupi, non gli sembra vero di potere calzare nuovamente la”zoccula”, aprire “la cascia” dei pupi ormai “malarriddutti” e tornare in scena come ai bei tempi, con il più classico degli spettacoli, la pazzia d’Orlando. Di prezioso aiuto nella preparazione del lavoro è stata la collaborazione del figlio di don Guglielmo, Giovanni, recentemente scomparso. Il testo è quasi interamente in versi e, contrariamente alle tradizioni dei pupari, è recitato in dialetto.

“A Gentile Richiesta” è stata rappresentata a fine anno scolastico 2002/2003 nella cavea del giardino delle terme.

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muccaturi“Lu Muccaturi” è l’ultimo atto del pentadramma; con esso si conclude l’impegno nel laboratorio teatrale della scuola media Inveges e la nostra carriera di docente. E’ il nostro saluto in allegria alla scuola e a quanti insieme a noi hanno vissuto con entusiasmo l’esperienza teatrale.

Lu Muccaturi è la parodia del ben noto dramma verghiano “Cavalleria rusticana”, dove di drammatico resta ben poco, avendo giocato a smontare i toni cruenti del testo originale insieme a tutti gli stereotipi classici della sicilianità.

Fedele sempre al parlato dialettale, la commedia è stata portata in scena all’Auditorium S. Francesco a chiusura dell’anno scolastico 2003/2004.

Nell’anno scolastico 2004/2005 è stata inserita nel progetto teatro dalla scuola media ”E. De Amicis” di Caltabellotta e replicata nel corso dell’estate caltabellottese.

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